Ricercatori, studenti e imprese: un modo concreto per fare innovazione nell’agrifood

Il meccanismo è rodato e produce risultati. Parliamo della Piattaforma Agorà che mette in connessione ricerca, studenti universitari e imprese per sviluppare innovazione in campo agroalimentare. Un’attività intensa, resa possibile dalla Convenzione Agri-Food Lab con Comune, Camera di Commercio, Provincia e Diocesi di Cremona e che nei giorni scorsi è sfociata in un incontro nel quale le molte aziende presenti hanno lanciato nuove idee di ricerca da declinare in tesi della Laurea Magistrale Food Processing Innovation and Tradition o in Sfide impossibili, affidate a gruppi di studenti.

Le proprietà del polline
L’incontro è stata anche l’occasione per fare il punto sulle Sfide impossibili già in atto. In questo ambito, uno dei team si è concentrato sull'analisi del polline, un prodotto naturale ricco di proteine, vitamine, minerali e antiossidanti, dunque una materia prima promettente per nuovi prodotti alimentari. Ma la sua introduzione richiede valutazioni nutrizionali, tecnologiche e regolatorie. Su questo tema si è concentrato il lavoro degli studenti coordinati dal professor Paolo Bellassi. Il team ha così iniziato da un’approfondita ricerca bibliografica su articoli scientifici e documenti tecnici. Il report elaborato organizza le informazioni disponibili, evidenziando sia le potenzialità del polline – come la presenza di composti bioattivi e l’interesse dei consumatori – sia le criticità, tra cui variabilità compositiva, rischi allergenici e stabilità in trasformazione.

Ingredienti... per la carne 
In un’altra Sfida si stanno sviluppando miscele funzionali a base di aceto in polvere ed estratti botanici ricchi di polifenoli per migliorare qualità, sicurezza, shelf-life e appeal di carni confezionate. Il progetto coinvolge tre studenti della Laurea Magistrale in Food Processing Innovation and Tradition coordinati dal professor Gabriele Rocchetti. La prima fase prevede una revisione scientifica su ingredienti naturali utilizzabili in prodotti a base di carne rossa e bianca, idonei per confezioni skin-pack e tradizionali. Sono stati valutati estratti botanici antiossidanti e antimicrobici e tecniche di incapsulamento per migliorarne stabilità ed efficacia.

Cucchiaini da mangiare
Le posate monouso in plastica sono tra i principali rifiuti trovati negli ambienti marini europei, contribuendo in modo significativo all’inquinamento. Tanto che una Direttiva Ue del 2021 vieta l’uso di posate in plastica quando esistono alternative sostenibili. In questo contesto, in una Sfida impossibile coordinata dalla professoressa Roberta Dordoni e con il supporto di un’azienda cremonese, si stanno sviluppando cucchiaini edibili ottenuti da farine e sottoprodotti vegetali, per ridurre la plastica e valorizzare biomasse inutilizzate. Il progetto prevede l’uso dello stampaggio a pressione e l’evoluzione verso ricette e tecnologie più avanzate.