Come può impattare un sistema di etichettatura nutrizionale sulle scelte alimentari del consumatore? Che implicazioni può comportare il Nutri-Score, la cosiddetta a etichetta a semaforo, sui prodotti italiani tradizionali a indicazione geografica?
Di questo si parlerà nel workshop “Etichettatura nutrizionale: sfide e opportunità per le aziende alimentari” in programma il prossimo 7 marzo a Cremona, al Campus di Santa Monica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Si tratta di un tema molto discusso, sia a livello di industria alimentare che di associazioni dei consumatori, e che nel workshop verrà affrontato attraverso un doppio punto di vista: quello della psicologia dei consumi e quello economico e di politica agroalimentare, grazie a relatori del Centro di ricerca EngageMinds HUB e della Smea, Alta scuola di management ed economia agroalimentare.
Dunque, un appuntamento dedicato alle aziende alimentari ma anche ai cittadini.
Al centro, due sistemi di etichettatura front-of-pack (FOP). Il NutrInform Battery, adottato dall'Italia, utilizza un'infografica ispirata al simbolo della batteria per mostrare in modo quantitativo la percentuale di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale sono forniti da una singola porzione di un alimento rispetto ai valori di riferimento giornalieri. Il Nutriscore, invece, è stato adottato in diversi paesi europei come Francia, Spagna e Germania e si basa su una scala cromatica con lettere dalla A alla E. Gli alimenti vengono valutati su una base di 100 grammi (100 millilitri) attraverso un algoritmo che assegna punteggi in base a componenti nutrizionali considerati positivi o negativi.
La principale differenza tra i due sistemi sta proprio nell’approccio: mentre il NutrInform Battery punta a educare il consumatore fornendogli dati precisi che gli permettano di valutare autonomamente l'impatto di un alimento nella propria dieta, il Nutriscore semplifica l’informazione sintetizzandola in un codice colore che orienta direttamente la scelta.
Un'altra distinzione importante riguarda il criterio di valutazione: il NutrInform si basa sulle porzioni effettivamente consumate, mentre il Nutriscore valuta gli alimenti su una quantità standard di 100 grammi o millilitri, senza tener conto delle reali abitudini di consumo.