Dazi ed export agroalimentare: sfide e strategie in uno scenario globale instabile

In un momento di forte instabilità geopolitica, i dazi doganali tornano al centro del dibattito economico e pongono nuove sfide per l’export dei prodotti agroalimentari italiani. Se ne è discusso nelle scorse settimane in un incontro promosso dall’Alta Scuola SMEA dell’Università Cattolica, in collaborazione con AMA – Associazione Master Agroalimentare, con la partecipazione di esperti del settore e rappresentanti del mondo accademico e industriale.

Ad aprire i lavori sono stati Edoardo Fornari (direttore SMEA), Fulvio Fevola (presidente AMA), Marco Allena (preside della Facoltà di Economia e Giurisprudenza) e Paolo Mascarino (presidente di Federalimentare). Gli interventi principali sono stati affidati al professor Bruno Ferroni, docente di Food Law, e a Filippo Mancuso, executive expert in materia doganale per Assonime.

Il confronto ha messo in evidenza come l’introduzione o il rafforzamento dei dazi da parte di alcuni Paesi terzi possa compromettere la competitività delle filiere italiane, alterando flussi commerciali consolidati. Tra le risposte suggerite, una maggiore consapevolezza normativa, l’uso strategico degli accordi di libero scambio e un’attenta gestione dell’origine dei prodotti.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito del progetto Cremona Agri-Food Lab (2024–2026), volto a sviluppare un sistema integrato di ricerca e innovazione a sostegno delle imprese del settore agroalimentare.